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lunedì 4 luglio 2011

...E una mattina di Maggio si tinse di rosso


Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa non è il tulipano, che ti fan veglia dall'ombra dei fossi... ma sono mille papaveri rossi”. (La guerra di Piero) Fabrizio De Andrè



Mentre pensavo a quale delle tante meraviglie avrei potuto dedicare quest’articolo, una domanda mi ha pervaso la mente. C'è ancora qualcuno come me che mentre cammina per la campagna si ferma ad ammirare un fiore e a sentirne il suo delicato profumo? Molti sicuramente risponderanno di no. Non perché non sappiano apprezzare ciò che la natura offre, ma perché non possono goderla a causa dagli estenuanti e frenetici ritmi della città.
Io, che la città la frequento di rado, conservo vivi nella mia mente tanti bei ricordi, ormai sbiaditi dal tempo che passa, ma capaci di provocarmi ancora sensazioni meravigliose. Uno di questi mi riporta a una splendida mattina di Maggio in cui passeggiando tra le campagne che circondano il mio paese, si aprì davanti ai miei occhi un mondo nuovo, un'estesa tavolozza di colori e profumi, così intensi da liberare la mia mente da tutto ciò che mi ero lasciata alle spalle. Ero estasiata e durante il cammino incontrai un vecchio pastore. Egli distolse per un momento lo sguardo vigile dalle sue pecore, si chinò, raccolse un fiore e me lo mise tra i capelli. Credetemi, mi sentii davvero libera e apprezzai cosi tanto l'innocente dono dell'anziano uomo che un sorriso si fece largo sul mio volto. Ringraziai il vecchio pastore e continuai a camminare ancora per molto tempo, ammirando di tanto in tanto quel fiore dai rossi cosi intenso, sentendomi incredibilmente felice e arricchita.
Spesso la città ci impone ritmi monotoni e ripetitivi. Consiglio perciò a tutti di fare qualche passeggiata nelle campagne per cancellare i segni della stanchezza e della frenesia. Il vostro spirito e la vostra mente saranno i primi a trarne giovamento.
Dimenticavo... il fiore che il vecchio pastore mi donò era un bellissimo Papavero.





IL PAPAVERO
Come nel resto d'Italia, anche in Sardegna, il papavero è molto diffuso e acquisice denominazioni distinte a seconda della zona in cui cresce. Ad esempio: nella zona di Villacidro è conosciuto come Babaoi , in Gallura Papàu e come Attanda nel Logudoro e nel Nuorese.
Appartiene alla famiglia delle papaveracee, spesso cresce nei campi di grano, ma non è raro ritrovarlo anche in zone di aperta campagna o lungo i margini delle strade che costeggiano i campi coltivati. Ha un fusto dritto e longilineo, petali grandi e tondeggianti di un colore rosso vivo, ma a seconda delle varietà possono essere anche di un giallo intenso. Il papavero è un fiore tanto bello quanto delicato: perde i suoi petali dopo un solo giorno e se lo cogliamo, si avvizzisce subito.
Nonostante il Papavero sia un fiore estremamente semplice, le sue proprietà sono state sfruttate fin dall'antichità. Le civiltà arcaiche, infatti, non possedendo ancora le conoscenze e le tecnologie capaci di sintetizzare artificialmente gli elementi chimici, si affidavano ai fiori e alle erbe officinali – ritenendoli doni degli dei, simboli di bellezza ed eleganza – per curare i propri malati, per profumare gli ambienti e i propri corpi. Per questo anche il papavero è entrato a far parte di leggende e credenze popolari. Infatti, la tradizione mitologica tramanda il papavero come il fiore della consolazione, della semplicità e della fecondità e narra che Demetra, la dea dei campi e dei raccolti, bevendone gli infusi, riacquistò la serenità perduta a causa della morte di Persefone.
Inoltre, gli studi archeologici hanno dimostrato che per i greci era un simbolo di fertilità; che nelle tombe egizie di 3000 anni fa venivano deposte alcune varietà di papavero a corredo dei loro morti e che i romani lo sfruttavano per la preparazione di filtri che alleviavano le pene d'amore.
Ma al giorno d'oggi, come viene sfruttato il papavero? Per il suo alto contenuto di alcaloidi –sostanze dalle innate proprietà calmanti – è utilizzato nel trattamento di vari disturbi: raffreddore, influenza, inosonnia, tosse secca o grassa, infiammazione della pelle e delle mucose. Inoltre, può essere usato per prevenire le punture d’insetti e per lenire le scottature.
Pablita

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