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mercoledì 3 agosto 2011

Il filo d'oro





Cari amici,

leggendo queste righe vi ritroverete avvolti tra i misteri e i segreti che, ancora oggi, appartengono alla seta del mare: il bisso. Il bisso è una fibra di origine animale molto pregiata che viene prodotta da un mollusco bivalve presente nei fondali del Mar Mediterraneo: la Pinna Nobilis Linneo.
La storia del bisso è antichissima e le sue radici affondano in un passato molto lontano. Alcuni passi della Bibbia narrano l'eleganza del Re Salomone e degli abiti lussuosi della regina Ecuba, si dice infatti, indossassero vesti preziosissime dai riflessi dorati.
Miti e leggende si sono intrecciati attorno al bisso, citazioni sul vello d'oro sono presenti già nei miti greci e si racconta che Garibaldi ricevette dei guanti e delle calze di un color oro accecante.
Possiamo parlare di un filo quasi magico, con il quale in passato si adornavano i vestiti di re, regine e imperatori.
Il filo del bisso si serve della luce e con essa gioca, diventa color bronzo al buio, color oro se illuminato e quasi invisibile se viene esposto controluce.
A Sant'Antioco ho avuto il piacere di incontrare Chiara Vigo, l'unica tessitrice di bisso al mondo. Sono entrata nel suo museo quasi per caso, ho conosciuto cosi l'arte e le doti di questa straordinaria e agguerrita donna.
Tanti anni fa Maria Maddalena Rosina Mereu, detta Leonilde, trova nella nipote Chiara, l'allieva perfetta per diventare l'ultima vera Maestra di bisso, il tessuto più prezioso della storia. Il passaggio e le consegne delle leggi della maestria avvengono attraverso il Giuramento dell'Acqua.
Zia Chiara, come lei stessa adora farsi chiamare dai giovani capaci di cui è circondata, recitò queste parole tanti anni fa, quando sua nonna decise di tramandarle la sua preziosa arte e il suo formulario.


Ponente, Levante, Maestro e Grecale
Prendete La mia anima e
Buttatela nel fondale
Che sia la Mia Vita
Per Essere, Pregare e Tessere
Per Ogni Gente
Che da me va e da me viene
Senza Tempo, Senza nome, Senza Colore, Senza Confini,
Senza denaro
In nome del Leone dell’Anima Mia e
Dello Spirito Eterno
Così Sarà.





Zia Chiara prega e tesse ogni giorno, le sue abitudini mi fanno pensare al motto e al modo di vivere dei monaci benedettini “Ora et labora”.
I suoi giorni sono scanditi da ritmi precisi, nostra Zia si sveglia all'alba, apre le finestre del suo museo, trascorre ore e ore a pulire e a intrecciare il filo del bisso e studia per perfezionare la sua arte.
Il suo è davvero un compito difficile che richiede maestria e pazienza: tinge il suo bisso con erbe che raccoglie durante il periodo di luna nuova, lo stende solo quando tira il libeccio, lo tratta con il latte di capra e lo fila solo con un fuso di canna passando poi al lavoro su un pesantissimo telaio in legno, ripetendo all'infinito gesti di certosina precisione.
Il Giuramento dell'acqua vieta l'utilizzo del bisso per arricchimento personale e Zia Chiara è molto fedele alle parole che con orgoglio ha recitato.
Lei stessa dice di non possedere nulla, perché il bisso è nostro e ciò che è nostro non deve essere pagato. Le sue opere sono esposte nei musei più famosi e diffuse in tutto il mondo.


Ai tempi di sua nonna, i pescatori uccidevano l'animale per estrarne la fibra. Zia Chiara invece, che per anni ha studiato l'ecosistema della Sardegna, sa che in determinati periodi dell'anno, il fango dei fondali diventa morbido e quindi è possibile estrarre l’animale senza danneggiarlo, tagliando la seta e rimettendo a dimora l’animale, ottenendo in regalo dal mare la materia prima per produrre tessuti dai pregi inestimabili destinati al piacere di tutti.
Anticamente si estraevano fibre lunghissime, ora invece, le fibre che vengono estratte sono più corte, per questo è stato necessario modificare la tessitura, ma Zia Chiara riesce comunque a tessere divinamente e a stupire tutti.
La fibra che viene estratta viene dissalata e fatta asciugare all'ombra finché non è completamente asciutta, successivamente viene immersa in sostanze naturali che la rendono elastica alla lavorazione, si procede quindi alla cardatura in modo che la fibra sia pulita e non presenti impurità.
Ora le mani di Zia Chiara sono pronte a regalarci delle tessiture straordinarie, il filo dorato brillerà ai nostri occhi e i più sensibili sapranno emozionarsi.
La filatura è una operazione che richiede una grande abilità ed esperienza, ma la nostra maestra, con il suo piccolo fuso di oleandro, la esegue con una tale sicurezza e velocità che sembra facilissimo.
Il museo del bisso, dove Zia Chiara vive, dispone di tutta l'attrezzatura che si può trovare dentro una vecchia bottega di un Maestro. Il suoi modi accoglienti e la sue doti indipendenti dal tempo che passa sapranno affascinarvi.
Zia Chiara è cosi gentile che a tutti i visitatori del museo regala un pezzetto di filo d'oro. Le donne che lo ricevono hanno il diritto di recarsi nel suo museo tre mesi prima delle nozze, in modo tale che lei stessa abbia il tempo di confezionare e di tessere la federa che ricopre il cuscino nel quale il giorno del matrimonio vengono accolte le fedi nuziali.
“Io non me ne ero accorta, mia nonna aveva tessuto dentro di me un arazzo che non si sarebbe disfatto mai”. Chiara Vigo

Pablita

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